Il rifugio del peccatore

Votes taken by Mysterjohn

  1. .
    Negli anni, con sottomesse diverse con cui sono stato in relazione, ho avuto l'esperienza di cogliere, al culmine di una azione intensa e gratificante, un lampo di odio che attraversava gli occhi della sub oggetto delle mie attenzioni.
    E in alcuni casi questo lampo è pure stato verbalizzato con parole del tipo "sai che in questo momento ti sto odiando profondamente, vero?".

    Diciamo che, soprattutto grazie al contesto in cui questo avveniva, normalmente un contesto in cui la sub era totalmente inerme e alla mia mercé, non ho mai avuto il sospetto che quell'odio fosse finto o provocatoriamente simulato.

    Insomma l'ho sempre preso per genuino.
    Ciononostante, lungi dallo scatenare in me una reazione di sdegnata riprovazione, ho sempre vissuto questo evento come una segno dell'efficacia della mia azione dominante, che aveva portato fuori dalla zona di comfort la sub.

    Pertanto non ho davvero mai sentito il bisogno di punire la sub per essersi permessa quell'atto di ribellione, quel momento in cui aveva fatto emergere la propria fierezza.
    Ma so bene di Dom che puniscono con estrema precisione ogni minimo atto di ribellione, o momento di resistenza/tentennamento che possa essere interpretata come tale.

    Per concludere questo incipit posso sottolineare che l'evento si è realizzato sempre e solo all'interno di una relazione consolidata, e che non è mai stato un motivo di disturbo o di screzio, anzi ha contribuito a riscaldare e rafforzare la dinamica.

    Quindi la domanda che pongo, rivolta sia a Dom sia a sub, è questa: come vivete o avete vissuto situazioni in cui la sub ha espresso e manifestato un lampo di odio nei confronti del Dom? A cosa hanno portato nel proseguo dell'incontro e/o nel proseguo del rapporto?
  2. .
    CITAZIONE (Bianca! @ 14/5/2024, 11:38) 
    Ci sono anche quelle fantasie che non si vogliono realizzare, dove si classificano?

    Per esempio una mia fantasia é vivere un 24/7, ma so che questo porterebbe al 90% al rovinarsi del rapporto. Quindi è una fantasia che ho, non sarebbe neanche irrealizzabile, ma la voglio tenere a livello di fantasia.

    Premetto che non intendo sostenere che questo sia il tuo caso (anche perché il mio parere sulla idealizzazione del 24/7 l'ho già espresso nel thread che lo affrontava) .
    Ma questa tua considerazione mi porta alla mente un caso che ho verificato con una certa frequenza nella mia storia BDSM.
    Ci sono anche fantasie che le persone non vogliono realizzare perché chi le ha è terrorizzato dal fatto che quella esperienza possa piacergli davvero. Una sorta di autocensura inconscia.
  3. .
    CITAZIONE (Vellutata. @ 14/5/2024, 11:05) 
    CITAZIONE (Mysterjohn @ 14/5/2024, 11:01) 
    In assenza di mani sul collo, con qualcosa di buono ci si può sempre consolare un poco...
    😉

    (...e chi ha detto che non abbia avuto la mia dose di "mani sul collo", nel frattempo?)

    Nessuno, certo.
    Era una ipotesi scaturita dall'aver visto le due voglie espresse a breve distanza l'una dall'altra.

    Quindi sei proprio golosa di cioccolato bianco, e basta! 😉
  4. .
    Comunque io suggerisco molta cautela prima di attribuire la proprietà di "irrealizzabile" a qualunque fantasie erotica personale. Soprattutto se dipende dal fatto di pensare di non averne il coraggio.
    Ho conosciuto tantissime persone che, con il partner giusto, hanno realizzato fantasie che ritenevano del tutto impossibili "prima".
    Anche qui dentro.
  5. .
    CITAZIONE (Fiore @ 13/5/2024, 21:25) 
    CITAZIONE (Mysterjohn @ 13/5/2024, 21:00) 
    Il corpo non mente.
    Mai.

    Non è sempre vero.
    Il corpo mente,
    Le
    Emozioni no

    Le emozioni sono biochimica.
    Quindi prodotto di un processo corporeo.
    Ma ricordo che ne abbiamo già parlato in altro thread.
    Quindi mi fermo qui. ☺️
  6. .
    Il corpo non mente.
    Mai.
  7. .
    Risposta basica. Non si può “far diventare” sottomesso nessuno.
    Al meglio le si può far scoprire che ha quella tendenza.
  8. .
    CITAZIONE (Milord @ 8/5/2024, 09:45) 
    Colgo, forse causa mal di denti, una velata critica verso il desiderio dell'autore di guardarsi intorno. Non mi sembra per niente opportuna sinceramente. Questo, il BDSM, è (dovrebbe essere) il luogo della libertà, non del moralismo. Mi mette una certa tristezza questo approccio.

    Milord, se ti riferisci al mio intervento cogli male.
    Il consiglio, per quanto dato con ironia, è assolutamente serio.
    Perché quando ci si approccia per la prima volta è tutto nuovo. E quindi anche la cosa più banale può sembrare fantastica.
    L'unico modo per "mediare" la percezione personale è davvero conoscere molte persone, con sguardo critico. Sembra cinico ma è il modo migliore per evitare di andare sotto un tram...
    So benissimo che questo non lo devo certo spiegare a te, ma ho preferito scriverlo per chiarezza di tutti.
  9. .
    CITAZIONE (LastLuca @ 6/5/2024, 15:54) 
    Ho riletto con calma il tutto. Mi sono reso conto di aver travisato un bel pò il significato del thread... chiedo scusa.
    Il brivido dettato dallo stupore altrui mi crea certamente più imbarazzo che eccitazione.
    Restando nella legalità e nella consensualità. La presenza di terze persone (più o meno conosciute esse siano) romperebbe la mia bolla, non riuscirei a stare dentro alla mia maschera e sarei solo in imbarazzo... comunque... mai dire mai.
    Un'esibizione privata (con la sola presenza del/della proprio/a Dom) scatena sensazioni diverse perché, oltre al minore imbarazzo, riesco a tenere sù la maschera con tutte le sensazioni della sottomissione.
    Ad esempio, una prova di ballo nuda/o davanti al/alla proprio/a Dom come la vivreste? O come l'avete vissuta?

    Ti avviso che c'è persino chi non riesce a ballare di fronte al proprio Dom anche se completamente vestita.
    Non so se ti può consolare, ma io ho avuto più di una sub con queste caratteristiche...
    Ammetto che ho potuto divertirmi. 😈
  10. .
    Aria fresca, persone nuove, un sorriso sincero.
    ☺️
  11. .
    Sai LastLuca , io vedo almeno due sfumature piuttosto diverse in questa tua interessante domanda.

    La prima è "vivere appieno la propria sessualità può influire sulla propria vita?"
    La seconda è invece "una sessualità alternativa può essere più o meno invadente in altri aspetti della vita?"

    Dal mio punto di vista le due questioni sono diverse nel contenuto, ma soprattutto nel target che indirizzano.

    Partirei dalla seconda domanda, che è diretta soltanto al sottoinsieme dei frequentatori dei contesti alternativi (o kinky, che dir si voglia) è che è quella con la risposta a mio parere più semplice: un SI maiuscolo. Certo che una sessualità alternativa (qualunque cosa questo termine voglia dire, personalmente non vedo solo il BDSM sotto questo cappello, ma questo aspetto ci porterebbe davvero OT) può essere molto invadente in altri aspetti della vita. Dico può essere, non dico è, perché tutto varia in funzione dell'importanza che tale esperienza viene ad assumere rispetto al desiderio e alla capacità di continuare a svolgere le funzioni fondamentali necessarie alla sopravvivenza (possibilmente felice!) dell'essere umano in questione.

    Fammi fare un esempio banale ma chiaro nel suo essere estremo. Se io adoro sentirmi imprigionato fisicamente e in balìa di un carceriere che mi può fare tutto ciò che desidera, posso vivere la realizzazione di questo mio desiderio con lo stesso spirito con cui vado a sciare sul Monte Bianco alcune volte l'anno, confinandolo quindi in situazioni occasionali di piacere che ritaglio all'interno della mia vita "normale", oppure vivere con il solo e principale obiettivo di trovare il modo di trascorrere il maggior numero di giorni consecutivi nudo e incatenato in una cantina, sottoposto a tutte le privazioni e torture a cui il mio carceriere abbia desiderio di sottomettermi (perdonate la banalità dell'esempio, ma se ne possono fare migliaia del tutto simili, ciascuno monograficamente dedicato a una specifica pratica BDSM di quelle che troviamo elencate in una qualunque "lista dei limiti").
    L'indicatore di impatto è qui l'intensità del desiderio che si cerca di soddisfare, che spazia in uno spettro molto ampio che va dal divertimento occasionale alla necessità compulsiva, situazioni che hanno evidentemente una invadenza totalmente diversa negli altri aspetti della vita.

    Ora qualcuno può fare l'obiezione "Ma stai citando un caso patologico". Certo, ma sono situazioni del tutto presenti nella realtà, inoltre nessun caso patologico si considera tale finché non esce dal proprio sistema di riferimento chiuso.

    Dal fronte opposto può invece arrivare l'obiezione, per certi versi persino più fondata, che dice "ma se per una certa persona la completa realizzazione nella vita scaturisce dal fatto di essere privato della libertà e vivere prigioniero di un aguzzino che ha su di lui potere assoluto, perché gli dobbiamo negare la possibilità di farlo?"
    In fondo (e questa è una mia riflessione personale) c'è chi sceglie di vivere in Scientology, chi a Damanhur, chi in un convento di clausura, chi in un Ashram a Puna, ci sarà pure la libertà di scegliere un carceriere e aguzzino a cui appartenere a vita, anche se questo impatta in modo evidente una vita "normale", no?



    Andando ora alla prima domanda, che ha il pregio (e anche il difetto) di applicarsi all'intera sfera della popolazione mondiale, nessuno escluso, perché la sessualità è una componente presente in ogni essere umano, io risponderei immediatamente con un'altra domanda (no, non sono un avvocato penalista!): esiste qualche aspetto del nostro vivere che non influenza direttamente la vita stessa?
    No, non esiste: quello che mangiamo ci modifica, il lavoro che facciamo ci modifica, le persone che frequentiamo ci modificano, le letture in cui ci impegniamo ci modificano.
    Quindi perché mai proprio il modo di vivere la sessualità non dovrebbe influire sulla nostra vita?

    La mia risposta è che vivere appieno, ma anche vivere a metà, o non vivere per nulla la propria sessualità influisce enormemente sulla nostra vita. Perché è parte integrante di essa, e la modifica in modo diretto e indiretto.
    Forse la forma più completa di questa domanda potrebbe essere "vivere appieno la propria sessualità può influire POSITIVAMENTE sulla propria vita?"
    E comunque qui la risposta sarebbe inevitabilmente positiva, perché fare cose che ci fanno stare bene, ci rendono sereni, realizzati e felici è sicuramente meglio che vivere nella sofferenza, essendo incazzati, frustrati e tristi. Anche se questo miglioramento fosse esclusivamente confinato nel (non piccolo, peraltro!) ambito della sessualità personale.



    Adesso, dopo queste riflessioni piuttosto sistemiche e anche vagamente filosofiche (ma il tema secondo me le chiamava a gran voce!) vorrei chiudere come spesso faccio con una piccola testimonianza personale che esemplifica uno dei (numerosi) modi in cui permettermi di vivere una sessualità alternativa ha influito parecchio sulla mia vita "normale". L'evento ha a che fare non con pratiche, tecniche o protocolli, ma con le persone incontrate, che sono sempre il cuore della dinamica.

    Una sottomessa che ho avuto oltre 20 anni fa, e con cui rimasi amico anche dopo che lei aveva "abbandonato" il mondo BDSM come effetto naturale della sua evoluzione di vita, è stata per me l'occasione per entrare in contatto con l'universo delle pratiche psicosomatiche, che ho trovato interessante al punto da voler poi, dopo anni vissuti da allievo praticante, passare a studiarne seriamente un filone, e farlo diventare la componente principale della mia attuale attività professionale. Attività che (preciso!) non ha nulla a che fare con sessualità ed erotismo né nella versione vanilla né in quella alternativa.

    Quindi mi ritengo un testimone vivente di come l'espressione di una sessualità alternativa possa influire sulla vita quotidiana! 😀

    Edited by Mysterjohn - 2/5/2024, 18:23
  12. .
    Non manca mai di palesarsi…
    😊
  13. .
    CITAZIONE (…Samar… @ 29/4/2024, 10:02) 
    CITAZIONE (Mysterjohn @ 28/4/2024, 22:14) 
    …Samar… eri dalle parti di casa mia oggi?
    😲 😲 😲

    Ma guarda quanta bella gente a Torino, c'era quasi da organizzare un aperitivo! Peccato per il brutto tempo ma mi sono goduta ogni angolo della città...che tra parentesi ho visitato più volte

    Allora …Samar… lo prendo come un impegno per la prossima volta!
    (e non siamo tutti qui, ci sono anche quelli che se ne stanno silenti...)
  14. .
    CITAZIONE (…Samar… @ 28/4/2024, 16:02) 
    IMG_20240428_151836


    Ma anche a Torino festeggiano la liberazione? 🤔😁

    …Samar… eri dalle parti di casa mia oggi?
    😲 😲 😲
  15. .
    Il virtuale è il mondo del CTRL Z, dove puoi cancellare qualunque storia, qualunque pezzo di vita con un unico click.
    Questo non significa che tutti lo facciano, ci sono anche tante persone che nel virtuale sviluppano rapporti significativi e di lunga durata. Ma certo il sistema favorisce la tentazione ad abdicare alla responsabilità verso l'altro e verso la relazione.
    Detto questo, il comportamento che riferisci, in special modo perché si colloca in una fase iniziale di una relazione i cui contorni non erano ancora stati per nulla definiti, non ha alcuna connessione con una dinamica di Dominazione ma è semplicemente un comportamento menefreghista e/o vigliacco.

    Certo, la vittima della "sparizione" ci resta male e si fa delle domande (e spesso anche dei film sbagliati) ma in generale la motivazione giusta è la più banale: per la persona che scompare l'interazione era solo un passatempo da gustarsi in assenza di altro. E se le cose minacciano di complicarsi o diventare un minimo impegnative è meglio non impegolarsi e sparire.

    Aggiungo che, se la cosa ti può consolare, nei miei lunghi anni di frequentazione della Rete anche io come Dom ho sperimentato interazioni virtuali che sembravano promettenti con sub che a un certo momento si sono volatilizzate. Ho poi capito che in genere la cosa succedeva quando io cercavo di fare "un passo avanti" verso una interazione più strutturata. Quindi la mimica dell'evento è indipendente da ruoli, sesso o quant'altro. E la scomparsa del corrispondente va semplicemente sempre messa in conto quando si utilizza la Rete per avviare una prima conoscenza.

    Peraltro le persone "scompaiono" anche nel mondo degli incontri e delle conoscenze reali, questo non dimenticarlo.

    Detto questo, ti inviterei a non perdere la fiducia nel genere umano. In realtà gli stronzi, gli psicopatici o i "cattivoni" di qualsiasi tipo sono una percentuale minoritaria della popolazione. Fanno semplicemente molto più casino di quelli "per bene".

    Edited by Mysterjohn - 29/4/2024, 09:34
685 replies since 15/4/2018
.